sabato 18 ottobre 2014

Venerdì 17 ottobre 2014: 'Open Future' Matera

Era ora. Una volta tanto vince il Sud.
Vince il Mezzogiorno da tanto tempo escluso da qualsiasi argomento che abbia un rapporto con la cultura come se questo creasse epidemia, colpiti, per rimanere in gergo di metafore, da una sorta di orticaria e relegandolo in un angolo, consentendogli visibilità solo quando si parla di criminalità, come disse Raffaele Nigro in una delle sue tante presentazioni parlando della sua esperienza di redattore al Tg3.
Vince Matera, dunque, il titolo di capitale europea della cultura nel 2019, in coppia con la città bulgara di Plovdiv.
7 voti su 13 hanno dato valore alla città dei Sassi.
Un annuncio avvenuto ieri, Venerdì 17 intorno alle 17. In fondo noi lucani a certe cose ci crediamo.
Inutile dire un entusiasmo endemico ha salutato la notizia nella città lucana, nella regione e sui social network. L'hashtag #Matera2019 è diventato il più «cinguettato», festeggiato e affettuosamente parodiato.
«La solita scelta sassista» o «Sasso pigliatutto», ci ha anche scherzato su il giornalista leccese Pierpaolo Lala che, sicuramente, tifava per la sua città.
Il mio pensiero ora corre a chissà cosa avrebbero detto, guardandosi, tre grandi che ne hanno cambiato la storia: Carlo Levi, Giovanni Pascoli e Pasolini assistendo all'evolversi di un paradigma che, da città "Vergogna dell'Umanità" è divenuta prima patrimonio Unesco e oggi si proietta nel 2019 come rappresentante culturale di una regione dalle mille conflittualità e zone d'ombra.

sabato 11 ottobre 2014

LuBec 2014: un evento interessante che non si poteva perdere!


Quest'anno mi ero riproposta di esserci. Avevo guardato a questa rassegna sempre con molto interesse gli anni passati e per questo avevo giurato a me stessa che questa volta non sarebbe passata.
In realtà neanche quest'anno ho potuto godere dei contenuti e della macchina organizzativa del LuBec tuttavia...mi sono attrezzata.

Ma...cos'è LuBeC?

E' un cantiere la cui sigla significa letteralmente Lucca Beni Culturali che si è svolto dal 9 al 10 ottobre. E' il luogo delle opportunità e forse delle possibili soluzioni.
Con la sua vocazione tra beni culturali, tecnologia e turismo è riconosciuto come crocevia strategico, luogo e punto d'incontro per quanti oggi credono che l'industria culturale sia l'unico, vero e grande Petrolium come ha sottolineato Marco Maggi, direttore della Fondazione Obiettivo lavoro.
"Petrolio che", ha affermato Maggi, "contrariamente agli idrocarburi, rappresentano pozzi non sottoposti ad esaurimento e che tuttavia non siamo in grado di estrarre".

Quello che è emerso è che l'Italia con la sua grande bellezza è un brand amato, riconosciuto e desiderato nel mondo. I temi maggiormente affrontati durante la prima giornata di convegni ha avuto come focus principale la valorizzazione dei Beni Culturali e la nuova normativa ad essi applicata: "Artbonus", la promozione del territorio e il turismo.

mercoledì 20 agosto 2014

Cenni storici sulla nascita dei carri trionfali.

Figura 1.a: Carro trionfale, 1948, Bernalda.
L’importanza data alla cartapesta per la realizzazione di oggetti di origine votiva, ha recentemente sviluppato un fenomeno che riguarda soprattutto il materano; stanno nascendo nell’ultimo secolo, infatti, grandi botteghe di artigiani, specialisti nella fabbricazione della cartapesta.
Quest’ultima ha trovato applicazione in un settore particolare, quello cioè della costruzione dei carri trionfali, che altro non sono se non un retaggio dell’antico “carro navalis”. L’origine del “carro navalis” è da scorgere già nell’antico Egitto e in Grecia usato per di più in occasione di feste sontuose.
Questi “grandi navi su ruote” venivano infatti, costruiti, soprattutto in occasione di visite reali in un luogo particolare o sposalizi sontuosi.
Anche in Italia l’uso di queste macchine è antichissimo. Durante il Rinascimento, infatti, artisti come Leonardo e Brunelleschi si sono dedicati alla loro preparazione con rappresentazioni allegoriche, per celebrare sovrani e mecenati. Anche in Europa nel '600/700 si diffuse l'uso di questi pomposi mezzi sui quali prendevano posto musici o attori che si esibivano su questi "carrales" (Spagna) ricchi di suggestive scenografie spaziali, ove rappresentavano lavori teatrali, per potersi così facilmente spostare di piazza in piazza, di città in città, con tutta la scena.

martedì 5 agosto 2014

50 anni dall'anniversario del film che celebra l'unione fra Pasolini e Matera.

Resterà aperta fino al 9 di settembre a Palazzo Lanfranchi e al Musma la mostra "Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo 50 anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia."
E' una mostra accattivante che contiene documenti inediti, foto ma anche interviste non solo su Pasolini ma anche di critici ed amici che lo conobbero e ne analizzarono l'estetica.
Interessante è l'allestimento proposto dalla Soprintendenza che parte dalla Chiesa del Carmine, accanto a palazzo Lanfranchi, e si snoda per le salette interne del Museo.
Essa è divisa in sei sezioni, racconta la storia e i luoghi del Vangelo in relazione al clima culturale e artistico italiano di quegli anni.

domenica 23 settembre 2012

Quello che ancora il tempo non ha cancellato...




A partire dagli anni ’50, il diffondersi delle macchine, dell’automazione, dell’industria ha prodotto, specie nel Sud, da sempre agricolo-pastorale una profonda lacerazione nel vecchio tessuto sociale, sovvertendo nel giro di pochi decenni consuetudini, tradizioni, usi, costumi, modi di vita, consolidati da secoli. Delle industrie casalinghe, ad esempio è scomparso: il filare, lo scardare, la battitura della bambagia, il lavoro al telaio. E’ rimasto solo un po’ del ricamo.
I cambiamenti avvenuti sono stati quindi radicali. Alla civiltà del FARE, del CREARE CON LE PROPRIE MANI, con le PROPRIE FORZE, si è sostituita quella della macchina.
Il lavoro artigianale richiedeva fatica, tenacia, dedizione, pazienza, precisione, fantasia ed offriva all’artigiano la capacità di esprimersi secondo i gusti e l’originalità creativa di cui era dotato. Tutto anche una semplice costruzione diveniva nelle sue mani qualcosa di personale, unico, irripetibile. Si realizzavano e si creavano così oggetti sempre diversi e singolari. Per questo motivo le testimonianze del passato vanno attentamente recuperate e custodite.
Negli ultimi anni, infatti, si avverte intensamente l’esigenza di riscoprire e recuperare il ricco patrimonio artistico-artigianale del passato, non solo come motivo folklorico, ma soprattutto come elemento di vita per alcuni territori. E’ il caso della nostra Bernalda. I pochi artigiani di oggi sono gli eredi e i continuatori di esperienze e arti che si sono tramandate nel tempo sempre più arricchite.

giovedì 6 settembre 2012

Il lavoro di una vita andato...in fumo


Mi sono sempre detta che qualora fossi diventata una giornalista o mi sarei avvicinata al mondo della cronaca lo avrei fatto narrando storie. Ma si sa le storie sono sempre legate a coloro che le vivono o le subiscono e pertanto avrei parlato di persone. 
Ultimamente mi occupo dell'ufficio stampa di Altragricoltura e di casi disperati e storie da narrare, ahimè ne ho veramente tante. L'ultima quella che riguarda una azienda agrozootecnica dei fratelli Panio presente nell'agro di Pisticci.

venerdì 31 agosto 2012

Una strana ninna nanna...


Non sempre il mare parla. Stasera è una delle tante in cui con il suo vocione roboante ha deciso di farsi ascoltare. Forse parla alla luna che da lassù lo sta a guardare; piena, lucente, silenziosa. Se chiudo gli occhi, un solo istante, mi lascio cullare dalla melodia nostalgica delle onde mentre, da lassù, la luna mi accarezza il volto. Ho deciso...stanotte mi addormento così!




G. C. Madio
Questo testo è distribuito sotto licenza CC BY-NC-SA